Lungo la sua superficie scorre il fiume Tirso, il principale corso d'acqua della Sardegna. Grazie a questa particolare posizione geografica, il territorio è piuttosto vario e presenta una buona parte di pianura, una regione umida (il lago artificiale e il fiume Tirso) e una zona collinosa, la cui cima più alta è il monte Ollastra che raggiunge 380 metri. In quest'area sono situate due grotte, "S'arutta e'conca e' mesu" e "S'arutta e' margini figu". Sempre su questi colli si trovano le vestigia di numerosi nuraghi, tra i quali "Accas", "San Perdu" e "S'orco".
Nella zona di San Martino, si trova una vegetazione costituita dalla tipica macchia mediterranea con corbezzolo, mirto, lentischio, arbusti di cisto e, in quantità minore, quercia. Inoltre sono presenti terreni gravati da "uso civico", ossia la popolazione può seminare, raccogliere legname e far pascolare i propri greggi gratuitamente.
In pianura, grazie alla realizzazione della dighetta Santa Vittoria e alle opere di irrigazione effettuate nel dopoguerra (che hanno impedito le inondazioni del Tirso e consentito l'incanalamento delle acque), è stato possibile dare vita a vigneti, agrumeti, carciofaie e orti.
Il territorio ollastrino è interamente coperto di olivi selvatici, "s'ollastu". Alcuni terreni sono destinati alla coltivazione di avena, orzo e grano. A nord-ovest gli olivastri sono stati sostituiti dagli ulivi, dai quali si ottiene olio di ottima qualità. A sud-ovest i territori che in passato facevano parte dell'antica "palude Arcais", sono stati bonificati e resi coltivabili negli ultimi cinquant'anni. Attualmente è possibile trovare per lo più risaie.
Il nome del paese deriva da "ollastu" ovvero dalla presenza di numerosi olivi selvatici.
Il territorio di Ollastra è stato popolato sin dai periodi più antichi, nel 550 a.C. quando la civiltà nuragica era in via di tramonto, il paese era dislocato al centro di un'area circondata da numerosi nuraghi e da piccoli agglomerati di capanne di argilla e paglia coperte di frasche.
Dell'epoca romana ricordiamo la "Via Maxima", molto importante ma oggi purtroppo interamente distrutta, nel Medioevo Ollastra faceva parte della curatoria del Campidano di Simaxis (giudicato di Arborea) poi conquistato dagli aragonesi che la annessero al marchesato di Oristano. Nel 1477, in seguito alla sconfitta di Leonardo Alagon, il borgo divenne feudo regio e nel 1767 passò sotto il marchesato d'Arcais, dal quale fu riscattato grazie all'eliminazione del regime feudale nel 1838.
Nel corso del tempo il nome del paese ha subito diverse modifiche passando da "Ugiastra" (periodo nuragico) a "Ullasta Simagis" (1560) fino a divenire "Ollastra Simascis o Ollastra Simaxis" nel 1870.
Nel 1928 Ollastra diventa frazione di un altro paese Simaxis per poi riacquistare l'autonomia solo nel 1946: finalmente il 10 luglio 1991 avviene la modifica ufficiale da Ollastra Simaxis in Ollastra.
Nel centro storico le vecchie case sono costruite con mattoni di terra cruda "ladiri" solitamente ad un solo piano.
Ollastra è un centro agricolo al confine tra la pianura del Campidano e la montagna che conduce verso l'interno della Sardegna. Il territorio è particolarmente fertile grazie alla presenza del fiume Tirso, il più grande fiume della Sardegna.